Liquidità delle banche: ecco cosa succede se scende troppo e i rischi per i tuoi soldi

La liquidità rappresenta la linfa vitale di ogni banca: senza una sufficiente disponibilità di mezzi di pagamento immediatamente utilizzabili, gli istituti di credito non possono far fronte alle richieste di prelievo dei clienti né onorare le proprie obbligazioni a breve termine. Il mantenimento di alti livelli di liquidità non garantisce solo la solvibilità e la stabilità finanziaria, ma influisce direttamente sulla fiducia del pubblico nei confronti del sistema bancario. Quando tale liquidità scende troppo, si innescano una serie di rischi che possono intaccare la sicurezza dei depositi e delle relazioni economiche con la comunità.

Che cosa si intende per liquidità bancaria?

Nel contesto finanziario, il termine liquidità assume una valenza precisa: è la capacità di una banca di soddisfare tempestivamente le richieste di rimborso e prelievo da parte dei correntisti, nonché di onorare pagamenti e impegni a breve scadenza. Questa disponibilità si concretizza in denaro contante e strumenti finanziari facilmente convertibili in moneta, come titoli di Stato o saldo presso la Banca Centrale.

Il corretto bilanciamento tra le attività e le passività di una banca, supportato da una gestione prudente, consente di ridurre il rischio di liquidità. Tale rischio si manifesta quando un istituto non è più in grado di fornire il contante richiesto dai clienti, generando panico e, nei casi più estremi, la possibilità di crisi finanziarie anche a cascata nel settore. Un esempio emblematico di tale scenario è il cosiddetto bank run, ovvero la corsa simultanea dei correntisti verso la propria banca per ritirare i fondi, spesso scatenata da notizie o percezioni di instabilità.

Le cause della diminuzione della liquidità bancaria

Sono molteplici i fattori che possono ridurre l’ammontare di liquidità detenuta dalle banche:

  • Diminuzione dei depositi: i clienti ritirano somme elevate, magari per investimenti o timori dovuti all’instabilità economica.
  • Incremento delle richieste di credito: se la banca concede nuovi prestiti senza adeguata copertura, le riserve si assottigliano.
  • Svalutazione delle attività: il calo di valore di titoli o altri strumenti in portafoglio si riflette su una minore disponibilità di mezzi liquidi.
  • Crisi macroeconomiche o geopolitiche: eventi esterni, come restrizioni commerciali o turbolenze sui mercati, possono rendere più difficile reperire nuova liquidità.
  • Gestione inefficace del rischio: una pianificazione non prudente delle politiche di raccolta e impiego, oppure la sottovalutazione degli impegni a breve termine.
  • Un forte aumento delle restrizioni commerciali tra paesi, ad esempio, può condurre a un deterioramento della qualità del credito e aumentare la pressione sulle riserve di liquidità, anche in un sistema bancario di per sé solido.

    I rischi concreti per i risparmiatori

    Quando la liquidità di una banca scende sotto livelli di guardia, le conseguenze per i risparmiatori possono essere considerevoli. Le principali implicazioni sono:

    Possibile sospensione dei prelievi

    Se una banca non è più in grado di soddisfare le richieste di rimborso o prelievo, può deliberare la sospensione temporanea delle operazioni di sportello. In questi frangenti, i clienti non riescono ad accedere ai propri fondi, con ripercussioni importanti sulla gestione della vita quotidiana e delle attività economiche.

    Procedura di risoluzione bancaria

    In Europa, le procedure di risoluzione bancaria sono piuttosto rigorose: in caso di crisi di liquidità grave, l’autorità di vigilanza può procedere con la liquidazione coatta amministrativa dell’istituto. Questa azione mira a conservare l’ordine pubblico e tutelare i risparmiatori entro i limiti garantiti dal Fondo Interbancario.

    Protezione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

    Il principale meccanismo di salvaguardia per i piccoli risparmiatori è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi: in Italia, i depositi fino a 100.000 euro per ciascun depositante sono garantiti. In caso di fallimento bancario, il Fondo interviene per rimborsare i titolari entro tale soglia. Gli importi eccedenti, tuttavia, potrebbero essere soggetti a perdite significative.

    Rischio sistemico ed effetto domino

    Una crisi di liquidità che colpisce una banca può propagarsi nel sistema finanziario tramite rapporti interbancari, portando a una perdita di fiducia generale. Le istituzioni più solide, dotate di adeguate riserve di capitale per il rischio sistemico, come previsto dalle regolamentazioni recenti, risultano meno vulnerabili, ma il fenomeno può accentuare la volatilità dei mercati e generare situazioni di contagio finanziario.

    Come vengono gestiti i soldi dei clienti in caso di crisi di liquidità

    Quando una banca entra in sofferenza per mancanza di liquidità, subentrano diversi meccanismi di controllo e gestione, volti a tutelare sia i risparmiatori che la stabilità dell’intero sistema economico:

  • Intervento della Banca Centrale: solitamente viene avviata la procedura di “lender of last resort”, ossia la Banca Centrale concede liquidità straordinaria per tamponare i deflussi e consentire alla banca di rispettare le richieste dei clienti.
  • Blocco dei movimenti: in situazioni molto gravi, può essere disposto il blocco temporaneo delle operazioni di prelievo e transazione, al fine di tutelare la posizione dei creditori e permettere una gestione ordinata della crisi.
  • Attivazione del Fondo di Tutela dei Depositi: qualora una banca venga posta in liquidazione, il Fondo interviene con il rimborso diretto ai depositanti, limitatamente alla soglia prevista dalla legge.
  • Vendita degli attivi e ristrutturazione: la banca potrebbe essere costretta a liquidare parte delle proprie attività, come titoli o immobili, per ottenere nuova liquidità e tentare di riequilibrare la situazione.
  • Le autorità di vigilanza, tra cui la Banca Centrale, monitorano costantemente diversi indicatori di liquidità, come il Liquidity Coverage Ratio (LCR) e il Net Stable Funding Ratio (NSFR). Queste metriche servono a valutare la reale capacità di una banca di resistere agli shock e mantenere la fiducia del pubblico.

    Come si può tutelare il proprio denaro?

    Per i risparmiatori, la massima sicurezza non deriva solo dalla scelta di banche solide, ma anche dall’adozione di comportamenti finanziari prudenti. Ecco alcuni suggerimenti per limitare i rischi connessi alla diminuzione della liquidità bancaria:

  • Monitorare la salute dell’istituto bancario: seguire i rapporti pubblicati dagli enti di controllo e i dati relativi agli indicatori di liquidità consente di farsi un’idea delle condizioni della propria banca.
  • Diversificare i depositi: non concentrare tutto il denaro su un solo conto o presso un unico istituto riduce il rischio di perdite in caso di crisi.
  • Preferire strumenti remunerativi: lasciare troppe somme ferme su conti correnti determina non solo assenza di rendimenti, ma anche una esposizione maggiore ai rischi futuri. Si può valutare l’impiego in conti deposito, titoli di Stato o fondi comuni.
  • Informarsi sulle soglie di garanzia: assicurarsi che i propri depositi rientrino nei limiti tutelati dalla legge per il rimborso automatico, in caso di fallimento bancario.
  • Mantenere una corretta pianificazione finanziaria: una gestione consapevole del proprio patrimonio, evitando concentrazioni eccessive di liquidità e valutando il rischio di ciascun strumento, aiuta a proteggere il valore nel tempo.
  • In conclusione, la liquidità di una banca non rappresenta solo una garanzia di operatività e solvibilità: è anche il pilastro su cui si fonda la fiducia dei risparmiatori e l’intero sistema economico. In tempi di incertezza, mantenere consapevolezza dei rischi associati alla scarsità di liquidità e adottare strategie di tutela diventa fondamentale per proteggere i propri soldi da eventuali crisi e imprevisti del mercato.

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