Stai pagando l’IMU dopo la separazione? Ecco chi deve pagarla legalmente secondo la legge

Dopo una separazione, la questione del pagamento dell’IMU sull’abitazione familiare diventa spesso motivo di dubbio e contestazione tra gli ex coniugi. Secondo la normativa italiana, è il coniuge assegnatario della casa coniugale che acquisisce il diritto di abitazione e, conseguentemente, assume anche l’obbligo fiscale di versare l’Imposta Municipale Unica.IMU Questo principio vale a prescindere dal fatto che l’immobile appartenga all’altro coniuge o sia in comproprietà tra entrambi. La regola generale discende dal Decreto-legge n. 16/12 e successivamente dalla Legge 147/2013, nonché da varie sentenze di Cassazione che hanno chiarito la questione negli ultimi anni.

Cosa succede in caso di assegnazione della casa coniugale

La separazione ufficiale sancita da una sentenza che assegna l’abitazione familiare a uno dei due coniugi determina il sorgere di uno specifico diritto reale di abitazione a vantaggio dell’assegnatario. Questo diritto comporta delle implicazioni immediate ai fini fiscali: l’IMU dovrà essere versata da chi beneficia dell’assegnazione se si tratta di un immobile classificato come non abitazione principale.
Nel caso l’immobile rientri tra le cosiddette categorie catastali di immobili di lusso, ovvero A1, A8 o A9, l’IMU è sempre dovuta dal coniuge assegnatario, anche se vi risiede stabilmente. Per le altre categorie, l’obbligo di pagamento cessa qualora ricorrano insieme due condizioni: la casa è stata assegnata come abitazione principale e il coniuge assegnatario vi ha la residenza anagrafica e vi dimora abitualmente. È quindi necessario che la residenza e la dimora effettiva coincidano con l’immobile assegnato per evitare l’applicazione del tributo.
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 4303/2025, ha ribadito che la sola assegnazione non è sufficiente per l’esenzione IMU; è altresì necessaria la presenza effettiva del coniuge assegnatario nella casa come residenza e domicilio ufficiale.

Coniuge non assegnatario: obblighi e diritti

Il coniuge che non riceve l’assegnazione della casa non è tenuto al pagamento dell’IMU per quell’immobile, nemmeno se ne è proprietario o comproprietario. Questo perché l’immobile non viene considerato, ai fini fiscali, una “seconda casa” per il non assegnatario, essendo vincolato al diritto reale di abitazione in favore dell’ex coniuge. Di conseguenza, le eventuali richieste di pagamento avanzate dal Comune o errori di interpretazione fiscale da parte di privati sono prive di fondamento normativo.
In presenza di più comproprietari, ciascuno paga l’IMU solo per la propria quota nei limiti stabiliti dalla legge, ma per la casa coniugale assegnata il tributo resta esclusivamente a carico dell’assegnatario.

Condizioni per la reale esenzione IMU

La cosiddetta esenzione IMU per la casa familiare assegnata in sede di separazione si applica soltanto se la residenza e dimora abituale del coniuge assegnatario coincidono con l’immobile. Se queste circostanze non si verificano, il titolare del diritto di abitazione dovrà versare l’imposta normalmente.
Occorre anche sottolineare che, se l’ex coniuge assegnatario dispone di un’altra abitazione nello stesso Comune, la casa assegnata non può più essere assimilata ad abitazione principale e sarà quindi soggetta ad IMU.
I punti essenziali da verificare per ciascun caso concreto sono:

  • Esistenza di un provvedimento di assegnazione dell’immobile da parte del giudice in sede di separazione o divorzio.
  • Residenza anagrafica regolare nell’abitazione assegnata da parte del coniuge che vi dimora.
  • Dimora abituale comprovata, verificabile tramite accertamenti amministrativi o dichiarazioni ufficiali.
  • Categoria catastale dell’immobile (attenzione agli immobili di lusso che restano sempre soggetti a IMU).

La combinazione di questi elementi determina l’applicazione dell’esenzione oppure l’insorgenza del debito tributario.

Separazione e residenza in Comuni diversi: focus sulle agevolazioni

Una diversa interpretazione emerge qualora, dopo la separazione, entrambi gli ex coniugi trasferiscano la propria residenza in Comuni distinti. In tal caso, ciascuno può avere il diritto all’esenzione IMU sulla propria abitazione principale, a condizione che non possieda altri immobili nello stesso territorio comunale e rispetti i requisiti di residenza e dimora abituale.
Questo aspetto è stato oggetto di approfondimento nelle sentenze degli ultimi anni, che hanno chiarito la posizione dei coniugi separati e l’applicazione delle agevolazioni previste anche in ottica locale.

Da queste considerazioni, risulta evidente che il pagamento dell’IMU dopo la separazione sia strettamente legato alle decisioni giudiziali, alla residenza effettiva e alla tipologia catastale dell’immobile. Prima di procedere con il versamento o di contestare richieste di pagamento, è fondamentale verificare attentamente tutti i requisiti richiesti dalla legge e dalle ultime pronunce giurisprudenziali.
Le controversie in materia fiscale dopo la separazione sono frequenti, ma la disciplina vigente tutela il principio che solo il coniuge che usufruisce concretamente della casa ne deve rispondere davanti all’erario, garantendo una gestione più equa e trasparente delle imposte immobiliari.
Una guida aggiornata e chiara può prevenire errori e costose controversie legali, anche alla luce degli interventi della Cassazione che ha ormai fissato criteri rigidi per l’applicazione delle esenzioni e dell’obbligo di pagamento IMU tra ex coniugi.

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